cinegiornale Istituto Nazionale Luce
1943 – b/n – 1’07”
ASPETTI POCO NOTI DELLE VASTE OPERE COMPIUTE NEL DELTA DEL PO
Il 30 giugno 1943, il Giornale Luce, tornato ad occuparsi del Polesine, titolò: “Opere del regime. Aspetti poco noti delle vaste opere di bonifica compiute nel delta del Po” [1]. Il servizio mostrò un Polesine completamente diverso da quello raccontato, in quegli stessi giorni da Antonioni e Visconti. Nel servizio filmato Luce vennero mostrati paesaggi desolati prima della bonifica e poi la zona “redenta” con moderni villaggi, scuole, fattorie e stalle modello. Il regime si affidò, in maniera ormai disperata e perduta, al potere delle immagini: nessuno, all’epoca, rifletté sul fatto che il filmato fu girato tutto in quello stesso periodo e che la cosiddetta “zona redenta” fu ottenuta con particolari accorgimenti cinematografici, in fase di produzione e di post produzione. Fu l’ultimo Giornale Luce riguardante il Polesine. Si dovette poi aspettare la Nuova Luce e la Settimana Incom del 1946 per rivedere la provincia di Rovigo sugli schermi dei cinegiornali di Stato. Quell’ultimo servizio, elogiando i meriti del fascismo per le opere di bonifica realizzate nel delta del Po, suonò come un epitaffio al regime: «Ricordatevi che qualcosa di buono per tutti voi l’abbiamo fatto e se avete moderni villaggi, scuole, fattorie e stalle modello è soltanto grazie a noi». Sembrò l’ultimo grido di un condannato a morte. Peccato che la realtà fosse completamente diversa, diversa al punto che quel servizio filmato non fu visto dai diretti interessati, e il regime, questo particolare, lo sapeva bene. Fu come parlar bene di un defunto durante il funerale, e, purtroppo, il defunto, in questo caso, era la popolazione deltizia e chi parlò era un moribondo senza possibilità di salvezza.
[1] Giornale Luce C0361 – 30/06/1943 – Opere del regime. “Aspetti poco noti delle vaste opere di bonifica compiute nel delta del Po”