LA SETTIMANA INCOM – MONDO LIBERO
1952 – b/n
sia Mondo Libero che la Settimana Incom parlarono della mostra della ricostruzione in Polesine, mentre il primo intitolò il proprio cinegiornale “Polesine risorto”[1], la Incom preparò un gran finale intitolato “De Gasperi nel Polesine”[2]. Mondo Libero si limitò a sintetizzare il racconto di quanto accadde dal 14 novembre 1951 fino alla ricostruzione utilizzando le immagini della mostra: manifesti, plastici, grafici e fotografie. La Settimana Incom, invece, raccontando il ritorno in Polesine di Alcide De Gasperi per inaugurare la mostra, costruì un finale autocelebrativo. Il commento, infatti, specificò sin da subito i meriti della catena della solidarietà, della quale la Incom era stata un’importante portavoce. Alla mostra il presidente del consiglio visionò un grande plastico in cui si poté valutare le conseguenze disastrose dell’alluvione: 4000 case distrutte e mille chilometri di strade disastrate. Fu istituita una sezione fotografica che documentò i momenti più drammatici: su 350000 abitanti, ben 217000 furono i profughi. Davanti a tre padiglioni della mostra furono esposti i mezzi di soccorso affluiti da tutt’Italia: barche, barconi, anfibi, jeep, camioncini, tende, ecc. Un padiglione fu riservato alla croce rossa: a quella italiana si unirono quelle di altri 40 paesi. Non mancò, ovviamente, uno stand della Rai e della catena della fraternità, sottolineato, nel reportage della Incom, dall’intermezzo della Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, uno dei brani più celebri e toccanti del repertorio classico. Le parole di Notari: «Su una frase musicale nota come un proverbio fu bandita la catena della fraternità. Si trovarono nei bossoli tanti biglietti di piccolo taglio: voleva dire che tutti avevano dato. Un nostro documentario dell’alluvione raccolse, in America, 300000 dollari».
[1]Mondo Libero M063 – 31/10/1952 – Polesine risorto.La mostra della ricostruzione
[2]La Settimana Incom 00860 – 30/10/1952 – De Gasperi nel Polesine