LA SETTIMANA INCOM
1951 – b/n – 7’23”
La terza puntata, intitolata “il flagello delle alluvioni” [1], datata 23 novembre, spiegò come si arrivò a quella situazione. Fu una sorta di flashback d’approfondimento, quasi un subplot di analisi e riflessione. La Settimana Incom raccolse la documentazione completa, di circa sette minuti e mezzo, dei disastri che colpirono l’Italia in quel periodo, dalla Liguria alla Sicilia. Una cartina geografica, nel cinegiornale Incom, segnalò le zone alluvionate anticipando le immagini dell’alluvione, molte delle quali già viste precedentemente: le acque del fiume che uscirono dall’alveo, strade sventrate, alberi divelti dalla violenza della corrente, la famosa limonaia di villa Selmi a Polesella invasa dalle acque; immagini del Polesine alluvionato, bestiame a riva, la gente che accatastò materassi e altri bagagli sulla terra non invasa dall’acqua, famiglie lungo le strade di campagna che trasportarono su un carro i propri bagagli, uomini che alzarono gli argini con sassi e sacchi di sabbia, quindi l’elicottero che si alzò in volo per mostrare, dall’alto, i centri abitati alluvionati. Particolarmente significative furono le scene dei polesani in fuga sull’argine, un esodo “biblico” in un’atmosfera nebbiosa e da incubo, e le parole del commento furono: «Il Polesine adesso è questo lago di 70 chilometri per 20 entro cui crollano le case. Prima di fare uscire i buoi dalla stalla, di salvare magari le brocche in mezzo a tanta acqua, la gente ha resistito finché poteva. Volevano difendere le loro case contro questa guerra della natura. Non sono tipi che si arrendono facilmente».Il racconto appoggiò la metafora di Davide contro Golia, il piccolo uomo contro la grande e feroce natura. Quella che la Incom definì «guerra della natura» era in atto e, in questa fase, l’uomo poté solo cercare di limitare i danni. Il racconto, sempre più tragico, appassionò un po’ tutti. «Quando la fuga è decisa non si voltano più indietro» – commentò Notari, mentre una barca portò in salvo delle persone, rimaste sui tetti delle case, diventate delle isole in mezzo a tutta quell’acqua. Ad un bambino nacque un fratellino sulla barca, durante la fuga, un altro lo si vide su una zattera che si fidava del nonno, vecchio traghettatore, che lo portò in salvo. I polesani dovettero fidarsi dello Stato per essere portati in salvo.
[1] La Settimana Incom 00676 – 23/11/1951 – Il flagello delle alluvioni. Documentazione completa dell’immane sciagura che ha colpito il nostro paese.Alluvioni in Sicilia, in Sardegna e straripamenti dell’Adige e del Po nelle valli lombarde e venete.