CINEGIORNALI
1958 – b/n
Il primo maggio 1958 uscirono tre cinegiornali, uno della Incom[1], uno di Mondo Libero[2] e un altro del Settimanale Ciac[3], sullo stesso argomento: a Lendinara, morì, dopo alcuni giorni di agonia, la regina degli zingari Mimì Rossetto. Diede la notizia pure il cinegiornale inglese British Pathè con il titolo “Romany Requiem”[4]. La cittadina polesana si riempì di carovane, di automobili e di roulotte giunte da tutte le parti d’Europa perché si seppe che Mimì Rossetto, la regina degli zingari, era moribonda. I suoi sudditi, sparsi in Gran Bretagna, in Spagna, in Ungheria e in Italia, vollero assistere la loro sovrana negli ultimi suoi giorni di vita. Accanto alla vecchia regina, che dall’ospedale si fece trasportare nella sua tenda perché «una regina tzigana doveva morire sotto la propria tenda», rimase il suo nipote prediletto, stringendole la mano. Tutti intorno si misero i sudditi, in atteso del trapasso. Alle 7.30 del 24 aprile Mimì Rossetto morì. A quel punto la tenda fu chiusa. Mentre Mondo Libero raccontò la cronaca nuda e cruda dell’avvenimento, la Settimana Incom riempì il racconto con una scrittura più condita: «È la regina di un popolo che aveva per confini il mondo: gli zingari». Così recitò la voce fuori campo all’inizio del servizio filmato che, per sommi capi raccontò la stessa storia dell’altro cinegiornale, puntando l’indice sul post mortem della zingara: «Si parla già di successione. Questi i nomi più probabili». Le immagini mostrarono uno schema scritto con il gesso, dove gli zingari scrissero i nomi Marika, Dundo, Pepi, vicino a quello di Mimì. Prima della morte della loro regina, gli zingari spiegarono ai cinereporter che avrebbero dovuto pagare per ritrarre l’effige della morente: 20000 lire da una distanza di 15 metri, 40000 lire per un primo piano. «Così, fino all’ultimo istante, – continuò lo speaker della Incom – Mimì Rossetto ha voluto beneficare la sua gente. Sino all’ultimo istante ha fumato sigari e bevuto birra. Se n’è voluta andare sorridendo alla vita». Il cinegiornale Ciac giocò, invece, sul contrasto tra contenuti del testo e delle immagini al fine di ottenere un racconto che, malgrado l’argomento, portasse anche un sorriso allo spettatore. Per tre giorni e tre notti il feretro fu esposto sotto la tenda, mentre, tutt’intorno gli zingari cantarono le sue lodi, ricordarono le sue sagge decisioni, e narrarono come «Mimì Rossetto stava in quel momento piantando la sua tenda in uno sconfinato, meraviglioso paese».
[1]La Settimana Incom 01647 – 01/05/1958 – Cronaca con l’obiettivo. Lendinara: muore dopo alcuni giorni di agonia la regina dei nomadi Mimì Rossetto.
[2]Mondo Libero M351 – 01/05/1958 – La regina è morta. La morte della regina degli zingari.
[3]Settimanale Ciac SC489 – 04/1958 – Cronaca ITALIA: Lendinara – l’ultimo saluto a Mimì Rossetto, regina degli zingari.
[4]British Pathè – 01/05/1958 – Romany Requiem