CALEIDOSCOPIO CIAC
1962 – b/n – 58″
Pochi giorni dopo l’inizio del nuovo anno fu caleidoscopio Ciac che, accantonando per una volta i flash sui divi del momento, seguì nella vita di tutti i giorni il rodigino, di Grignano Polesine, Luigi Carnacina. Lo mostrò mentre passeggiava con la moglie tra le bancarelle di un mercato, mentre discuteva con un macellaio, sceglieva le mele, quindi nella sua abitazione dove, con grembiule da cuoco, batteva la carne sul tagliere vincendo un bacio della consorte[1]. Già sul finire dell’anno precedente Carnacina fu oggetto di attenzione mediatica. Due cinegiornali diedero ampio spazio a Luigi Carnacina. Considerato uno dei più grandi cuochi del mondo, Carnacina invitò amici ed estimatori ad un pranzo fuori ordinanza, curando personalmente la preparazione dei sughi e degli intingoli. Tutto ciò per presentare il suo libro “Il Carnacina”, destinato a diventare un “vangelo” per i cuochi. «Per farsi venire l’acquolina in bocca – affermava Aldo Fabrizi – basta dare un’occhiata ad una delle 4287 ricette»[2]. Pochi giorni dopo, sempre la Incom, propose un’intervista al gastronomo polesano, a cui fu chiesto di dettare due ricette per gli spettatori. «Due ricette a base di formaggio – rispose Carnacina –, il parmigiano reggiano, che rende la cucina italiana così diversa e rinomata nel mondo», e dettò le ricette di un antipasto al parmigiano e della rosetta di vitello all’accademica[3].
[1]Caleidoscopio Ciac C1384 – 11/01/1962 – Terza pagina.Roma: visita a Luigi Carnacina
[2]La Settimana Incom 02159 – 15/12/1961 – Ghiotto a congresso
[3]La Settimana Incom 02166 – 30/12/1961 – Aria di festa