LUNGOMETRAGGIO
1942 – b/n – 135′
Gino, un vagabondo, nel suo peregrinare arriva in una trattoria nei pressi di Canaro, nella golena del Po, e diventa l’amante della moglie del proprietario del locale. È proprio la moglie ad istigarlo all’omicidio. Una volta scoperti, i due amanti fuggono, ma lei muore in un incidente stradale e lui viene arrestato. È considerato il film che diede origine al neorealismo. Il regista scelse questo paesaggio perché voleva farne il racconto di un certo tipo di società italiana, rimasta inesplorata: il sottoproletariato della Valle Padana. Ciò che a lui interessava e che costituiva il motivo per cui si era avvicinato al cinema era soprattutto l’impegno di raccontare storie di uomini vivi: di uomini vivi nelle cose, non le cose per sé stesse. Le riprese del film, con il titolo provvisorio di “Palude”, iniziarono il 13 giugno 1942 e terminarono il 10 novembre dello stesso anno.
LOCATION: Canaro (Locanda Ex Dogana) – tratto d’argine tra Occhiobello e Polesella
Regia: Luchino Visconti
Soggetto: Liberamente ispirato al romanzo Il postino suona sempre due volte di James Cain
Sceneggiatura: Luchino Visconti, Mario Alicata, Giuseppe De Santis, Gianni Puccini
Fotografia: Aldo Tonti, Domenico Scala
Montaggio: Mario Serandrei
Musica: Giuseppe Rosati
Interpreti: Clara Calamai (Giovanna Bragana), Massimo Girotti (Gino Costa), Juan De Landa (il marito di Giovanna), Dhia Cristiani (Anita, la ballerina), Elio Marcuzzo (lo “spagnolo”), Vittorio Duse (l’agente), Michele Riccardini (don Remigio), Michele Sakara.
Produzione: Industrie Cinematografiche Italiane S.A.