cinegiornale Istituto Nazionale Luce
1939 – b/n – 1’39”
IL RUGBY E MACI, MARIO BATTAGLINI
Lo sport “principe” rodigino: il rugby [1]. Il 21 aprile 1939 il Rovigo, a Forlì, batté il Milano 14 a 0 vincendo il campionato nazionale GIL. Fu il primo di numerosi titoli vinti negli anni a seguire, ma soprattutto la squadra rossoblu rodigina presentò in campo uno dei giocatori più forti di tutti i tempi: l’allora ventenne Mario Battaglini [2] che, in quella finale, realizzò un drop e un calcio piazzato.
[1] Giornale Luce B1506 – 03/05/1939 – Italia Forlì. Partite di rugby
[2] Mario Battaglini (Rovigo, 20 ottobre 1919 – Padova, 1 gennaio 1971) – rugbista e allenatore – Ritenuto tra i pionieri della disciplina in Italia. Giocatore dal fisico imponente, il suo ruolo d’elezione fu flanker, anche se giocò occasionalmente nei ruoli di seconda linea e apertura, fu soprannominato Maci. Battaglini esordì nel 1936 nel campionato italiano della GIL, con il Rovigo. Nel 1939 la squadra vinse il campionato GIL battendo in finale il Milano. Nella stagione successiva passò all’Amatori Milano, con cui si laureò subito campione d’Italia; contemporaneamente giunse l’esordio in nazionale. Fu di nuovo a Rovigo nella stagione 1940/’41, poi fu chiamato militare e partì in guerra per la campagna di Russia; tornato dal fronte nel 1943 disputò gli ultimi tre incontri di campionato con l’Amatori Milano. Trasferitosi in Francia dapprima al Vienne, poi al Tolone, tornò in Italia per ricoprire il ruolo di giocatore-allenatore del Rovigo, con il quale vinse tre titoli di campione d’Italia consecutivi, e tornando a giocare in nazionale. Nel 1953 passò al Treviso, sempre come giocatore-allenatore; con analogo ruolo chiuse la carriera agonistica nel Bologna. Da allenatore allenò, oltre alle citate, anche le Fiamme Oro e il Petrarca, entrambe a Padova. Tra i primi rugbisti italiani a giocare fuori dal suo Paese, fu soprannominato in Francia Le grand Batta oppure Le roi des buteurs (Il re dei marcatori), in ragione della sua precisione nei calci piazzati; famosa fu la sua trasformazione tra i pali di un piazzato da 63 metri di distanza dalla linea di meta ai tempi della militanza nel Vienne. Morì il giorno di capodanno del 1971 all’età di 50 anni. Al suo nome fu intitolato lo stadio comunale del rugby di Rovigo. – M. Pastonesi, La leggenda di Maci, RCS Editori, La Gazzetta dello Sport, 2002