cinegiornale Istituto Nazionale Luce
1936 – b/n – 1’03”
UNA BATTUTA DI CACCIA ALLA LEPRE IN PROVINCIA DI ROVIGO
Il 23 dicembre 1936 tornò alla ribalta il tema della caccia in Polesine. Nel cinegiornale “Una battuta di caccia alla lepre in provincia di Rovigo” [1], girato a San Martino di Venezze, un gruppo numeroso di cacciatori con i cani al guinzaglio partì da un cascinale spostandosi nei campi, dove iniziò la caccia: lepri che scappavano, cacciatori che sparavano abbattendole, i cani che correvano a prendere la preda e così via fino all’inquadratura finale dei cacciatori con i cani vicino alle numerose lepri morte appese a una struttura in legno. Quella che molti anni dopo risultò un’immagine deplorevole, all’epoca assumeva un altro significato: la caccia alla lepre era considerata, oltre ad un momento di relax dalle fatiche quotidiane, una vera e propria arte che appassionò migliaia di cacciatori. Si trattava di una caccia impegnativa e per praticarla occorrevano tanta pazienza e una profonda conoscenza delle attitudini dello scaltro e veloce roditore. La caccia alla lepre si svolgeva in squadra alla posta, con tanto di cani e caposquadra e postaioli. La caccia alla lepre alla posta si svolgeva secondo un rituale ben preciso. Occorreva individuare le posizioni strategiche con un meticoloso sopralluogo sui luoghi più frequentati in pastura, e posizionare le poste. Una volta lasciati i cani, e governato il lavoro di scovo del selvatico, non restava che affidarsi alla buona mira dei postaioli, il tutto era piacevolmente condito da una altissima dose di imprevisti e sfide di astuzia tra segugi e lepri prima di avere sotto tiro il selvatico, che faceva di tutto per svignarsela alla chetichella. Erano immagini di vittoria degli uomini, di un ceto medio-alto, su chi, seppur scaltro, non poteva scappare alla potenza del più forte e questo successo era celebrato dall’esposizione delle prede catturate e uccise. Era un’immagine decisamente forte che proveniva da una terra, semisconosciuta e depressa, che veniva mostrata in fase di netto progresso grazie al regime. Era la forza e la magia delle immagini cinematografiche scelte per raccontare una realtà che non corrispondeva alle reali condizioni delle genti polesane. Era un racconto che tralasciava dei dati allarmanti di una situazione tutt’altro che florida per la maggioranza dei polesani.
[1]Giornale Luce B0999 – 02/12/1936 – Italia. S.Martino di Venezze. Rovigo. Una battuta di caccia alla lepre in provincia di Rovigo.