LA SETTIMANA INCOM
1951 – b/n – 1’50”
L’8 dicembre fu il giorno dedicato all’Immacolata concezione della Madonna e la Settimana Incom, per la prima volta in questo racconto, entrò negli studi della Rai per non perdere l’occasione di accomunarsi alla radio italiana in una testo scritto appositamente per le popolazioni alluvionate. Fu un elemento, tutto sommato, distensivo che, pure, conteneva un’ulteriore informazione: il presagio di un lieto fine in forma di preghiera. La lettura di questa parte del racconto rivelò chiaramente la scelta di mantenere come unico punto di vista quello dello spettatore e l’utilizzo della voce fuori campo come “io narrante” rafforzava l’asse emozionale degli avvenimenti[1]. La macchina da presa Incom tolse la distanza tra la radio e il pubblico. Entrando negli studi fece entrare il pubblico che vedeva, come se fosse lì, i tecnici, l’annunciatrice che, dopo il celebre segnale dell’uccellino della radio (il riempitivo in attesa del segnale orario), disse: «Ore ventiquattro». Un disco iniziò a suonare e, in studio, si accomodarono il giovane conduttore Corrado Mantoni e uno speaker. «Fra poco, – disse Corrado – le antenne che hanno lanciato appelli di fraternità e di amore per coloro che sono stati colpiti dall’alluvione si spegneranno. Dalla terra, fasciata di silenzio, si leverà la preghiera». La parola passò allo speaker, mentre iniziarono a scorrere le immagini del sole polesano al tramonto su una distesa d’acqua e di donne polesane nei loro abiti di contadine: «E tu, Madre dolce, Maria. Tu che spesso prendi il nome dell’acqua, simbolo della Tua chiarità e purezza. Tu che ami apparire accanto alle sorgenti. A te preghiamo, Regina dolente. Stendi sulle acque il tuo manto di cielo e i fiumi e i torrenti torneranno nei loro letti, e i paesi, i villaggi e le città riprenderanno a vivere. Aiutaci, Regina che puoi ciò che Tu vuoi». Dopo di che, l’annunciatrice concluse: «Signore e signori, buona notte». Mentre i tecnici e gli addetti della radio chiusero le trasmissioni, Notari si rivolse direttamente allo spettatore: «Avete conosciuto personalmente la voce misteriosa e suasiva che vi da la buona notte».
[1]La Settimana Incom 00685 – 08/12/1951 – La RAI ci dà la buona notte. Negli studi della RAI: messaggio di augurio ai disastrati del Polesine letto da Corrado e da un altro speaker.