LA SETTIMANA INCOM
1951 – b/n – 1’58”
il cinegiornale “Ritorna la vita in Polesine” toccò principalmente due punti: il ripopolamento di Adria e la visita, nella seconda città polesana, di Giuseppe Spataro, non a caso ministro delle Poste e delle Telecomunicazioni. Fu una finezza stilistica quella di non fare parola, nel testo del filmato, della carica di Spataro (presidente della Rai, Radio Audizioni Italiane). Il cinegiornale iniziò mostrando alcuni contadini accampati all’aperto con tavoli e capanne, poi furono inquadrati animali da cortile che razzolavano nei dintorni e si passò agli uomini dell’esercito che aiutavano Spataro a scendere dalla barca al suo arrivo ad Adria. Le parole furono eloquenti: «Sono i nomadi dell’alluvione, aspettano che il vecchio Po torni al buon senso e li lasci riapprodare all’isola dov’è rimasta la loro casa. La periferia di Adria è ancora quella dei giorni brutti, però al centro Spataro trova una città relativamente emersa. Oggi è abbastanza possibile raggiungere Adria, ma l’autorità ha ragione a vietare il ritorno degli abitanti. Manca l’acqua… diciamo: l’acqua da bere. L’acquedotto, distante sei chilometri, è ancora sommerso alla profondità di tre metri. Eppure, nella città inabitabile c’era ancora un residuo di vita che adesso comincia timidamente a rigermogliare». Il servizio si soffermò su un uomo che spazzava con la scopa di saggina la soglia del suo negozio, poi mostrò un altro uomo che esponeva delle vecchie scarpe sul davanzale della finestra ad asciugare, mentre alcune donne sistemavano i fiori e altre trasportavano pani su una tavola per poi infornarli. «Nella luce del sole i primi pani hanno una luce convalescente. Dacci oggi il nostro pane quotidiano. È stata udita la preghiera che non si cessava di ripetere» – commentò la voce di Notari, fuori campo. Il pane, simbolo della vita, significava la fiducia delle popolazioni nelle istituzioni per il ritorno ad una normale attività. Spesso la Incom mostrò, non a caso, nei primi giornali, negozi sommersi dall’acqua e inagibili; in quel momento mostrò degli uomini che allestivano le vetrine dei loro negozi, mentre i bambini li osservavano seduti con le gambe sporgenti sul davanzale. Da sempre, nel racconto, il Polesine fu simboleggiato dai bambini, i più bisognosi d’aiuto. Il finale, con un opportuno quanto toccante cambio di colonna sonora, fu costruito con le immagini di una messa al campo, densa di primi piani di donne, bambini e anziani in preghiera e queste parole: «Una preghiera di esuli. Aiutiamoci perché Dio ci aiuti. Il governo ha lanciato un prestito della solidarietà: ogni cartella sottoscritta è una tavola gettata sulla via del loro ritorno».
La Settimana Incom 00684 – 07/12/1951 – Ritorna la vita nel Polesine. Il timido ripopolamento di Adria; in visita nelle zone disastrate il ministro Spataro.